L'Oceano mare della nostra mente (ballata per ogni Locanda Almayer che vorrai)

Théodore Géricault - La zattera della medusa (1819) Paris, Louvre.


Questa dovrebbe essere una recensione, una delle tante, ma come nessuna.
Perchè questa è la recensione DEL libro, IL LIBRO ITALIANO per antonomasia. Oceano Mare di Alessandro Baricco.
E allora non sarà recensione ma spremuta di orizzonte e baldanzosa schiuma d'onda.
Lui, il piccolo Dood della Locanda Almayer, mi legge nella mente ed è a lui che consegno questa cosa.
Lui che ha visto e letto tutto, e sa come conservarlo.
Mentre sta facendo quello che sempre ha fatto, guardando il mare dal cornicione di una finestra, in una locanda che c'è, ci sarà, non c'è più.

Oceano mare è una creatura di acqua e tempesta, gocciolataci dentro e scagliataci contro per esplorare l’innominabile lievità del cuore e l’incomparabile profondità della mente.
Un libro che decanta il mare parlando di uomini, o, se capite cosa voglio dire, decanta l’uomo e le sue disperate meraviglie parlando del mare.

Un colpo di genio narrativo probabilmente irripetibile, forse insuperabile, che dà un senso altissimo a una carriera, anzi di più, a una vita intera.
Uno che scrive un libro così può fare qualsiasi altra cosa nella sua restante vita.
Ha comunque messo in cassaforte la Coscienza di una grande Esistenza.
Baricco ci ha regalato sterili peripezie letterarie come City e Senza sangue, e gliele tiriamo volentieri dietro.
Ma Oceano mare... Oceano mare è un distillato d’anima.
Scritto, o meglio creato, a cavallo fra sognante leggenda e sfrenata fantasia, come fosse la cresta di un’onda che squassa, ammalia, eccita, ferendo i sensi del lettore e l’orgoglio dello scrittore, portando al naufragio entrambi.

Il mare è il gran sospiro della vita, di cui si cerca l’inizio, la fine... o gli occhi.
Si cerca scrivendo lettere che non avranno destinatario o plasmando quadri invisibili perché tinteggiati dall’immensa anima di un sereno incompiuto.
Quel tragico immenso, soave, oceano mare che è la nostra vita, e le vite che ondeggiano con noi.

Tutto questo è Oceano mare, opera che assurge ad Arte contemporanea per le mille magnetiche folgorazioni: i personaggi sempre in bilico fra astruso e fanciullesco, tratteggiati con sapiente ironia, leggiadria, follia. Quasi tutti strepitosi, indimenticabili.
Ricorderò quel delizioso garbo di Plasson e Bartleboom, studiosi del limite della natura come dei confini dell’uomo. Le pagine su di loro sono di una poesia estrema.
I loro "Ritratto del mare" e "l’Enciclopedia dei limiti" sono alcune delle tante magiche intuizioni di Baricco che costellano il libro.
Ricorderò i dolcissimi misteriosi bimbi, la sensuale e misteriosa Ann Deverià in cura dall’adulterio, la tenera Elisewin malata di emozioni, Adams dagli occhi in caccia.
Ricorderò quegli attimi d’incanto sospeso fra lo stupore di un paesaggio linguistico avvenente come un rosso vestito muliebre e la ricercatezza di un azzardo narrativo metafisico.

Oceano mare è un libro a tratti difficile, che può impaurire fin dalle prime pagine perché scritto con tutto l’ardire del mondo. Un libro quindi non scevro da qualche difetto, vedi a volte l'eccesso di sperimentazione e l'autocompiacenza. Poi però si scopre che sa scorrere come una fiaba fanciullesca, nonostante un uso della punteggiatura da delirio e una sintassi riprogrammata per l’occasione.
Perché Oceano mare è nato per le menti che ragionano col cuore, o per i cuori che battono di mente.
Entrambi col respiro mozzato delle grandi emozioni.
E allora, pur con qualche gradino improvviso qua e là nei locali, ci si sente a casa.

Un libro diverso da tutti gli altri, unico, strano stranissimo pazzo e ancor di più, ma VIVO. Capace di dare messaggi senza inculcare a forza, capace di emozionare con un gesto di uno dei deliziosi bambini-elfi che gestiscono la Locanda Almayer, e di far crollare gli argini di fronte alla devastante bellezza delle sue frasi.
Oceano mare è un libro estetico, uno spot perenne alla bellezza dello scrivere, dell’immaginario oltre il muro del solido (a dirla tutta dovrei dire squallido) mondo materiale.

La prima cosa è il suo nome, Capolavoro.
La seconda cosa è che questo è un libro da consegnare alla memoria dell'immortalità e rileggere ogni anno fino a impararlo a memoria, la terza è la stupefacente bellezza di una delirante anarchia linguistica, agonia risolutiva di uno squassanti meravigliosi pensieri, la quarta è il rimpianto di non riuscire a capire fino in fondo la sua grandezza (ma forse prima o poi ce la si fa), la quinta è l'intelligenza di una fine che non insegna massime ma le lascia soffuse per la consapevolezza di ognuno, la sesta è il rammarico che non finisca fra le letture obbligate per gli studenti di ogni scuola superiore, la settima è la perfezione de i sette Canti del ritorno, l'ottava è il numero otto del capitolo più bello della prima parte, la nona è la sferzante sinfonia in dramma dell'elegiaco Ventre del mare, la decima è una zattera di un quadro, di un libro, di un inferno devastante come solo l'uomo sa creare.

Poi viene il misterioso uomo della settima stanza della Locanda Almayer, e il cerchio si chiude con l'ultimo colpo di prestigio.
Sì, perchè quell'uomo è Baricco, perchè non importa a chi si dice il mare, l'importante è provare a dirlo.
Quell'uomo è l'uomo che ha scritto la storia.
Baricco, o forse io stesso e ognuno di voi.


Oceano mare, ovvero la sconcertante scoperta di quanto sia silenzioso, il destino, quando, d'un tratto, esplode.



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Regalo a questo posto di mare e di spuma sensoriale la mia più celebre recensione. Forse vi verrà voglia di leggerlo, e alla fine rileggendo queste mie righe proverete qualcosa in più. Oppure, se non vi piacerà, affogherete il ricordo di me.


Un libro splendido e unico, molto più del sottoscritto.


Non sono convinto di aver scelto la giusta cartella, nel caso lo staff sposti pure la discussione.
Ma lo faccia piano, il mare ha bisogno di carezze.

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(...)
Il mare.
Il mare incanta, il mare uccide, commuove, spaventa, fa anche ridere, alle volte, sparisce, ogni tanto, si traveste da lago, oppure costruisce tempeste, divora navi, regala ricchezze, non da risposte, è saggio, è dolce, è potente, è imprevedibile. Ma soprattutto: il mare chiama.
(...)

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Una mia carissima amica,
mi fece leggere questo brano del libro...
adesso ho cominciato da pochissimo a leggerlo

Grazie di questa tua preziosissima recensione

[Modificato da darcri 03/06/2005 13.52]

L'hai finito Oceano mare?
Se vuoi passare a casa nostra, su EmozionaliA, trovi una discussione enorme su Baricco, vieni a dirci cosa ne pensi?

Ceia!!!
si ho visto, ma ho bisogno di un pò di tempo per poter leggere con calma...

Il libro non l'ho finito e ho deciso che lo comprerò, in quanto adesso non ho davvero il tempo materiale per rilassarmi a leggere

grazie per l'invito, appena possibile, non mancherò!